La Grande Madre

La Grande Madre nelle antiche culture (30.000 – 1000 a.C.)

TRATTO  DA http://benvenutiinparadiso.wordpress.com/2008/08/01/la-grande-madre-nelle-antiche-culture-30000-1000-ac/

 

La Grande Madre è una divinità femminile primordiale, presente in quasi tutte le mitologie, rappresentante la terra, la generatività, il femminile come mediatore tra l’umano e il divino.

Il culto della Grande Madre risale al Neolitico e forse addirittura al Paleolitico, se si leggono in questo senso le numerose figure femminili steatopigie ritrovate in tutto il mondo.

 

Venere di Willendorf (da 24.000 a 26.000 anni fa)

l periodo storico è antichissimo (dal 30.000 al 1000 a.C.): la fase più fiorente si situa dal 7000 al 3000 a.C. (Neolitico). La spiritualità della Grande Madre si rivolge versol’aspetto femminile e materno di Dio.

La Madre Terra diventa il simbolo della Grande Madre, Dea della Natura e della Spiritualità. Fonte divina di ogni nascita dà e sostiene la vita; è a Lei che la vita ritorna per rinascere come nei cicli della vegetazione. La Dea è, in tutte le sue manifestazioni, il simbolo dell’unità di tutte le forme esistenti in natura. Il suo potere è nell’acqua, nelle pietre, negli animali, nelle colline, negli alberi, nei fiori. La grande creatività di quel periodo caratterizzò la cultura come cultura dell’arte. Templi, abitazioni, ceramiche, statuette, abitazioni, portano evidenti tracce di questo culto. Sono state rinvenute molte veneri che presentano i simboli della Dea. In esse sono incisi o dipinti semi, boccioli, germogli, uova, crisalidi e segni acquatici come rappresentazione della rinascita e rigenerazione, del divenire e della trasformazione.

Lungo le generazioni, con gli spostamenti di popoli e la crescita di complessità delle culture, le “competenze” della Grande Madre si moltiplicarono in diverse divinità femminili. Per cui la Grande Dea, pur continuando ad esistere e ad avere culti propri, assumerà personificazioni distinte, per esempio, per sovrintendere all’amore (Ishtar – Astarte -Afrodite – Venere), alla fertilità delle donne (Ecate triforme), alla caccia (Artemide – Diana), alla fertilità delle sementa (Demetra – Cerere e Persefone – Proserpina)  analoga alladomanda dell’uomo di rinascere come il seme rinasce dalla terra.

L’area geografica analizzata riguarda Africa, America e l’Europa. In Africa la Grande Madre viene chiamata Nana e Iside; in America la Dea dall’abito di serpente;presso i Navajos e gli Apache la Estsanatlehi era la Madre di tutti gli esseri viventi che all’alba del mondo, quando si unì al sole, partorì due gemelli che sconfissero i mostri che popolavano il suolo terreste. In Asia, in area mesopotamica (V millennio AC) e in area anatolica (II millennio AC), viene adorata come NinhursagCibele, e Anahita, in Cina è chiamata Quan-Yin, in India Durga. Per l’Europa in Grecia con Gea e Athena, l’Italia con Cibele, Bona Dea, Minerva ed Uni, con l’antica Dea Mater Matuta degli etruschi, Spagna e Malta con la Dea Astarte, l’Irlanda con la Dea Brigit, la Russia con la Dea Lada ( famosa incarnazione di Lada è Matersva, la dea uccello ).

 	serpentine-labirinti-reti-bande-ondulate-motivi-a-zig-zag.

Sigillo – Moldavia (Romania) 5000 a.C.

Reperti molto interessanti si trovano in Bulgaria, in Russia ed in Lombardia (Val Camuna) del 2000 a. C. dove vi sono incisioni rupestri in mezzo alla natura con evidenti simboli che appartengono al culto della Grande Madre: serpentine, labirinti reti, bande ondulate, motivi a zig-zag. Per Jung questi sono i frutti interiori che emergono dall’inconscio collettivo, il regno della spiritualità della Grande Madre. Per lui la Grande Madre è una delle potenze numinose dell’inconscio, un archetipo di grande ed ambivalente potenza, salvatrice e distruttrice degli aspetti negativi della nostra personalità, nutrice e divoratrice. delle nostre ossessioni.  Altri reperti significativi sono due statuette della Dea rinvenuti in Turchia e a Creta. In quello della Turchia, risalente al 6000 a.C., la Dea è rappresentata seduta in trono, maestosa e regale con 2 fiere accanto; le sue mani sono posizionate in modo forte e tranquillo sulla testa delle fiere.

Turchia 6000 a.C.

In quello di Creta ha in mano 2 serpenti. Il serpente era il simbolo della saggezza oracolare della Dea, infatti nell’antica Delfi la sacerdotessa che dava consigli ai capi di stato era raffigurata in associazione con il serpente. Anche il serpente era un simbolo collegato alla Grande Madre; il suo movimento verticale ascendente rappresentava la forza vitale e l’energia (la Kundalini) mentre il letargo e la muta rappresentavano il divenire e la trasformazione, l’immortalità ed il risveglio ciclico della natura. Questo tipo di cultura e di spiritualità si inserisce in una società di tipo agricolo dedito alla cura della vegetazione, dell’artigianato, del commercio. Fu un periodo di stabilità e pacifico.

1600 a.C.

Le donne erano considerate e valorizzate – regine, sacerdotesse, artigiane, membre anziane del clan – la società era di carattere egualitario. Si evidenziava un particolare rispetto verso la Madre Terra come simbolo della Grande Madre. Il potere della donna era inteso non come dominio ma come capacità di illuminare e trasformare la coscienza umana. Più tardi nell’epoca medievale tutto ciò sarà simboleggiato nel vaso femminile: il calice del Sacro Graal. Un potere, quindi, non terreno ma spirituale che si estrinseca non solo nella conoscenza e nella saggezza, ma soprattutto nella verità, nell’amore, nella giustizia. Queste qualità verranno in seguito attribuite alla Vergine Maria. La dispensatrice della nascita e la Madre Terra si fusero con la Madonna. Alla fine di questo periodo la spiritualità antica della Grande Madre gradualmente si attenuò fino a scomparire come risultato delle scontro tra culture diverse e del successivo affermarsi delle religioni patriarcali.

Seguì l’alienazione dell’uomo dalla natura e da se stesso i cui effetti sono ben evidenti nella società odierna. Per nostra fortuna il culto della Grande Madre ed i suoi simboli non sono andati perduti in quanto hanno costituito lo strato primario dell’inconscio collettivo, presenti come archetipi e visibili nelle fiabe, nei miti, nei sogni. I cicli storici non si fermano mai; e la spiritualità della Grande Madre riemerge in tutte le sue forme (ecologia ed interesse verso i temi dell’unione, dell’integrazione, della pace) a donarci speranze per il futuro ricollegandoci alle nostre più antiche radici.

1 Comment on La Grande Madre

  1. giancarloz
    novembre 8, 2013 at 11:24 pm (10 anni ago)

    In genere nelle culture antiche i culti di divinità femminili erano molto comuni…(ho studiato storia delle religioni), è la civiltà occidentale che ha partorito questa porcheria di civiltà che ci ritroviamo( soprattutto dall’avvento del cattolicesimo…ma anche ebraismo e islam non son da meno..anzi)…
    L’avvento di una società ginarchica è sola salvezza…almeno per me è così..
    Questo non vuol dire sofferenze per l’uomo..anzi vuol dire miglioramento sociale e spirituale..
    Ovviamente se la Donna, che è superiore,se vuole, può anche ridurre in schiavitù il suo uomo, ma deve essere una scelta consapevole di entrambi..

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