Storia e principi della Ginarchia

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GINARCHIA

Storia e Principi

dal capitolo di Introduzione dell'opera di Aline d'Arbrant "La Ginarchia"

I – Una teoria millenaria e universale
In ogni epoca, l’uomo ha tentato si sorpassare la Donna. Certi periodi, essi sono stati abbastanza orgogliosi di questo dominio, soprattutto durante l’era cristiana. Ma a partire da oggi e fino alla fine dei tempi la Donna regna e regnerà.
La superiorità della Donna è naturale, ciò non può essere ignorato, neanche presso il mondo animale, come potremo vedere in seguito.
Quanto all’essere umano, che ha preferito mascherare questa realtà, inizialmente come reazione a tutta la potenza femminile, poi per compiacenza al potere ecclesiastico geloso, in fine per soddisfare il ridicolo amor proprio del maschio della specie e il suo ego malmenato, la sua riconversione alla Ginarchia cominciato da 2 secoli è oggi in fase terminale, anche se qualche maschio sta tentando ancora di ritardarla.
Il potere assoluto della Donna, la Ginarchia, non è solamente un’utopia poiché essa è già stata instaurata, nei tempi, dei miti come nei tempi storici, per il buon nome di tutti e tutte (prima parte di questa opera) ma bensì una realtà.
Ma perché ci siano sempre dei partigiani e militanti convinti (seconda parte) che questa utopia si trasformi in una società ideale, un El Dorado, non ci resta che costruirla.
Le sue pratiche, le sue teorie, la sua filosofia, i suoi metodi di azione e di persuasione sono oramai scritti, conosciuti, compresi e perfettamente applicabili (terza parte)
Infine, solo la Ginarchia, con la sua visione chiara del mondo, il suo programma sociale realistico e le sue innovazioni politiche e rivoluzionarie (quarta parte) può apportare felicità alla specie umana e donare una reale speranza per vivere meglio e per essere migliori.

II La vita animale: una ginarchia naturale
La ginarchia è una legge dettata da Madre natura. Come prova è sufficiente pensare ai costumi di vita di qualche animale tra i più noti. Ne citiamo alcuni a titolo di esempio, la Mantide religiosa, il cui nome della specie è rimasto nel vocabolario corrente per designare la Donna fatale, la Femmina sopprime o divora il maschio dopo l’uso. Ogni Donna, ogni femmina, è poco o tanto una mantide religiosa.
Le ginarche contemporanee sono ben persuase di ciò, ma a sostegno delle loro tesi, non c’è che la Femmina di questo insetto. In effetti, molti animali hanno scelto la Ginarchia o subiscono la legge delle Femmine della specie:
a) della donna fatale e della femmina divorante:
nei ragni, la differenza di taglia tra i partner dei due sessi è così pronunciata che la femmina rischia diverse volte di confondere il maschio minuscolo con uno della sua prole,
anche durante i preliminari, quest’ultimo deve approcciare la sua bella in modo da non farsi schiacciare, a pena di finire come spuntino. La copulazione non dura che ½ secondo e il maschio è interessato a campare ancora a lungo, ma spesso, la femmina, più grande e più rapida, non gli lascia alcuna possibilità;

 


b) la castrazione e la morte:
la “vagina dentata” non è un mito ad uso dei masochisti e dei ginarchisti usato in cattive argomentazioni scientifiche, presso le api, per esempio, la Regina vergine diffonde un profumo afrodisiaco. Questo attira un soggetto schiavo a compiere l’atto sessuale. Allora la Regina sanziona la mascolinità di colui che l’ha profanata e lo castra. Il maschio di cui il pene staccato durante l’accoppiamento resta nell’apparato genitale della Regina, muore dissanguato ed emasculato;

c) La libertà sessuale per la Donna:
Dalla deposizione delle uova, la femmina albatros lascia al suo compagno la cura di covare le uova fino alla loro dischiusa. Liberata dagli impegni materni, essa può convolare con altri maschi per meglio assicurare la prosecuzione della razza. Delle numerose specie di uccelli adottanti un comportamento similare anche presso i Nandù i kiwis e i casoars i maschi si occupano del nido da costruire, delle uova da covare e dei giovani da allevare.
d) Il ritorno “freudiano” del maschio verso il sesso della femmina:
La “bonallie” (verme marino dismorfico) femmina si nutre con l’aiuto del suo tentacolo. Il maschio si fissa allo stato di larva, dopo si introduce nel suo apparato genitale per fecondarla e li ci resterà fino alla fine della sua vita. Non è male in fondo, il sacrificio incosciente verso il quale tende ogni maschio, compreso il maschio umano, il ritorno dell’adolescenza verso la cavità uterina. Nel ricordarci di Bernard Blier e delle sue comparse maschili miniaturizzate in “Calmos”, il film dei suoi [ fili], che finirà i suoi giorni in una caverna vaginale ed escatologica.
e) Il diritto scimmiesco parentale è ginarchico:
in effetti, se presso gli umani c’è bisogno di ricorrere ad un giudice tanto per divorziare che per ottenere l’affidamento dei figli e lo stesso diritto, negli USA come nella maggior parte dell’Europa, è assolutamente e fortunatamente a vantaggio delle Donne, presso le scimmie non esiste un giudice, è la femmina a prendere ogni decisione. Presso gli oranghi, per esempio, il maschio deve domandare il permesso alla madre per poter solamente toccare i neonati. Quanto alla femmina del babbuino, essa affida il suo bebè al maschio e non se ne occupa se non per allattarlo. Se egli tarda poi a riprendere il suo fardello, il padre, viene seriamente maltrattato.
f) Una ginarchia multirazziale:
poiché abbiamo iniziato con gli insetti finiamo con gli insetti e per questa grande lezione di umiltà che ci riferiamo a certe lucciole femmine. Esse non si preoccupano, come certi umani di scegliere i loro maschi nella loro stessa specie. Elle sanno imitare i segnali luminosi emessi dalle consorelle di una specie vicina per attirare i maschi, ma non per usarli normalmente e procreare ma per abusarne e gestirli. La Ginarchia è dunque un fenomeno naturale voluto dalla Dea Madre, Facendo astrazione di tutta la sua spiritualità, l’uomo, come risaputo dopo Darwin, ha origini animali e la legge matriarcale è evidente anche in questa ascendenza non umana. Tanto il passato come, il futuro è ginarchico.

III La Donna è l’avvenire dell’uomo
E’ inutile per il maschio tentare di giustificare la sua stessa esistenza. Senza la Donna non è nulla. Egli non può ne venire al mondo ne sopravvivere ne riprodursi ne sperare di raggiungere la felicità.
Quando l’uomo infine, si accorge del suo errore di percorso, nei secoli durante i quali ha detenuto le redini del potere, quando il mondo si trova per suo destino al limite dell’esplosione o della disintegrazione, il maschio della specie umana deve abbandonare la sua partita e affidare umilmente il suo destino alle mani delle sue Sorelle superiori.
Egli è consapevole della sua sconfitta. Le Donne sono consapevoli della loro vittoria. Il mondo ha un motivo di speranza. La Ginarchia ci salverà. Essa solamente può mantenere salvo il mondo, il pianeta e la specie umana. E questo piccolo libro vuole essere una pietra di questo magnifico edificio da costruire.

Superiorità femminile